Da Messina si segue in direzione sud la statale 114, Orientale sicula. Da capo Sant'Alessio una breve deviazione conduce a Forza d'Agrò, mentre più oltre, superato Letojanni, si incontra la strada che sale tortuosa a Taormina. Visitata la celebre cittadina si scende alla litoranea e dopo Giardini- Nàxos si svolta verso l'interno nella valle dell'Alcàntara, che si segue sino a Francavilla di Sicilia (statale 185).
Si raggiunge poi Linguaglossa. Da qui a Milo vi sono due strade: una diretta di mezza costa sui fianchi dell'Etna, un'altra che si alza sulle sue pendici passando in vicinanza del rifugio Citelli m 1741. Dopo Milo, a Zafferana Etnea si prende la strada che sale alla Cantoniera dell'Etna m 1881. Si ridiscende per la Strada Etnea, dalla quale ci si staccano da Nicolosi due deviazioni: la prima per Adrano, l'altra per Paternò. Da Nicolosi per Trecastagni si giunge al mare, all'altezza di Acireale; da Acireale a Catania si percorre la strada litoranea, densa di abitati. Il resto dell'itinerario sino a Siracusa si svolge interamente sulla statale 114.

Messina, tra le acque dello stretto e i Peloritani, moderna dopo le ricostruzioni per terremoti e bombardamenti: alla soglia della Sicilia ci si trattiene almeno – ma non solo – per il Duomo con il favoloso orologio animato, la fontana d'Orione di Montorsoli, il polittico di Antonello da Messina e le tele di Caravaggio del Museo regionale.
Forza d'Agrò (vedi Taormina): paesetto medievale sotto la rupe con le rovine del castello cinquecentesco.
Taormina: scorci e architetture medievali, palme, agrumi e profumati giardini, l'esperienza del luogo eguaglia la fama; al Teatro Greco sono scena l'Etna e il mare. Linguaglossa ricorda nel nome l'incubo della lava, quella “lingua grossa” lasciata dall'eruzione del 1634.
Etna: escursione da Cantoniera dell'Etna, con cabinovia alla Montagnola m 2600 poi con automezzi al cratere (solo in estate); con tempo chiaro si vede tutta l'isola e il mare sino a Malta. Zafferana Etnea: miracolosamente la lava si arrestò prima di inghiottire la case; correva l'anno 1852.
Adrano: deviazione di km 24 da Nicolosi; un Museo archeologico nel Castello normanno e le vestigia delle mura di “Adranon” greca. Paternò: per la deviazione precedente ma svoltando al bivio prima di Santa Maria di Licodia; la piccola città sta tra gli aranci della valle del Simeto, sotto il grande castello.
Acireale: città barocca fra gli agrumeti, alta sul mare.
Aci Trezza (vedi Aci Castello): il porticciolo di pesca è lo scenario de “I Malavoglia”; nel mare i Faraglioni o Isole dei Ciclopi, gli scogli di basalto che Polifemo scagliò contro la nave di Ulisse fuggente.
Aci Castello: il castello normanno, nero di lave, sta su una rupe di basalto protesa nel mare.

Catania: il palermitano Giovan Battista Vaccarini ha dato alla città, distrutta dal terremoto del 1693, su ordinata pianta, il garbo barocco settecentesco che ora si apprezza nel centro; è la città di Vincenzo Bellini. Lentini: deviazione di km 11 dal bivio di Agnone;
Museo archeologico; a km 3.5 Carlentini (vedi Lentini), da cui per la via di Siracusa alla zona archeologica della greca “Leontinoi”. Megara Hyblaea (vedi Augusta): in riva al mare le rovine della colonia greca; deviazione dopo il terzo bivio per Augusta.
Siracusa: dietro la facciata barocca, sull'isoletta di Ortigia densa di vicoli, il Duomo occupa il tempio greco di Athena; di là del ponte la città greca mostra i suoi celeberrimi monumenti.

Agrigentino di nascita (qualcuno calcola sia venuto al mondo nel 482 a.C.), sacerdote, oratore, medico, taumaturgo, vissuto sessant'anni, il greco di Sicilia Empedocle è una delle grandi menti della filosofia 'presocratica' (di Socrate peraltro sarebbe stato maggiore solo di una dozzina di anni).
Nei “Katharmoi” o “Purificazioni” ripete la pitagorica metempsicosi o trasmigrazione delle anime, da cui discende la proibizione di uccidere di animali; egli stesso, aggiunge, si sentiva anima purgante per molteplici esistenze umane e non.
In “Perì phuseos” o “Della Natura” pone a base del reale le quattro “radici di tutto”, terra, acqua, aria, fuoco, aprendo la via alla duratura dottrina dei quattro elementi, di cui ancora oggi si sente l'eco, almeno nella pratica astrologica con la quadripartizione dei segni zodiacali. Nel suo pensiero trova posto anche un'idea che sarebbe stata ripresa oltre due millenni più tardi: che fra le specie viga la selezione naturale, affermandosi le più adatte.
Vestiva di porpora, portava un diadema d'oro, girava onorato dai discepoli quale divinità; per accreditare con la sua sparizione la voce che venisse assunto fra gli olimpici si sarebbe dato la morte gettandosi nel cratere dell'Etna. Il vulcano lo smentì, risputando uno dei suoi sandali bronzei. O almeno così dissero le successive scettiche generazioni.